I cani oggi prodotti in quei paesi sono lontani anni luce dalla straordinaria tipologia dei grandi
campioni del periodo d'oro dai quali si discostano totalmente per taglia, potenza, nobiltà e corretto
movimento. Sarebbe forse opportuno che in quegli stessi paesi gli attuali allevatori andassero a rivedersi
i libri d'allevamento di 60/70 anni fa dei loro rispettivi clubs. Scoprirebbero che i cani allevati nei
loro territori a quei tempi erano ben altro rispetto a quello che oggi certuni hanno ancora
il coraggio di chiamare "San Bernardo".
In
parole povere le nuove versioni svizzera e tedesca non hanno più niente in comune con le
rispettive vecchie interpretazioni del periodo d'oro essendo queste ultime totalmente estinte
nei paesi d'origine.

Le vecchie versioni svizzera e tedesca (a cui appartengono in pratica tutti
i migliori cani nella storia della razza) sono oggi presenti
esclusivamente nei cani del
cosiddetto «tipo italiano» che ne rappresenta l'unico esempio di fusione e perpetuazione nel tempo.
Per tornare al periodo d'oro e al suo capostipite, il celebre Camp.
«
Emir von Jura»
(allevato da G. Lenenberger), considerato uno dei più bei San Bernardo di tutti i tempi, va notato che egli fu
il prodotto degli sforzi congiunti di alcuni grandi allevatori del tempo, primo fra tutti il
Maggiore Fritz Blösch. Emir (nato nel 1922) era figlio di
«
Cuno von Jura»
(nato nel 1920); questi, a sua volta, era figlio di
«
Fleck-Cardinaux (Fleck-Muri)»
(nato nel giugno 1915), un soggetto di forte tipicità derivato dai cani
dell'allevamento «von Biel» di Blösch. Il padre di Fleck, infatti,
era Jung Athos von Biel (nato nell'aprile del 1909), figlio di Monch von Biel (nato nel gennaio 1906),
nipote di Porthos von Biel (nato nell'aprile 1904) e infine pronipote di Jung Bob von Biel
(nato nel settembredel 1900).
Come sappiamo il Maggiore Blösch aveva inserito fin dagli inizi
nel suo ceppo, attraverso King of Ashfort, il sangue inglese di fine Ottocento del gigante
Plinlimmon, nell'intento di potenziare la mole e l'ossatura: egli aveva cosí potuto ottenere
cani di eccellente tipicità con ottima taglia e struttura.
A distanza di 7 generazioni fra Jung Bob von Biel (1900) ed Emir Jura (1922) questa spinta genetica
era rimasta intatta e trovò proprio nel grandissimo Emir la sua sublimazione.
Gustave Giavina con Rasko v. d. Reppisch
|
Emir von Jura fu acquistato giovanissimo da quel «talent scout» di San Bernardo che fu Gustave
Giavina di Berna, titolare dell'Allevamento «Belmont». Al di là della straordinaria tipicità di Emir
(la sua testa rimane tuttora un modello da imitare),
Giavina intuí subito che il cane avrebbe fatto
grandi cose anche come riproduttore. Infatti nel dicembre del 1927 Emir produsse un altro dei
prototipi della «Golden Era» e cioè
«
Rasko von der Reppisch»,
(clicca sul nome per la foto) il quale avrebbe ben presto rivaleggiato col padre in tipicità. Straordinaria era in tutti
e due l'espressione nobile (caratteristica peculiare di molti cani del periodo d'oro in Svizzera)
e l'incisività della testa, con stop a 90°, bozze frontali ben sviluppate, ottimo cranio, canna
nasale piatta e rettilinea, ottima quadratura di muso, buon labbro(particolarmente Emir) ed
esemplari rapporti craniomuso. Buona era anche la taglia. Eccellenti in entrambi
le ossature. Buono il movimento. Emir von Jura dominò a lungo la scena (fu Sieger svizzero nel
1925126127) ed ebbe modo di produrre, oltre a Rasko (a sua volta Sieger nel '31 e nel '32), una
lunga schiera di campioni in tutt'Europa come il
Campione
«
Nero von Emmenthal»
(nato nel 1926) che fu venduto in Olanda dove ottenne ottimi risultati come riproduttore.
Attorno al 1930 Giavina con i suoi Emir Jura, Rasko von der Reppisch, Dora, Gerd e Prinz Belmont
poteva essere considerato all'apice della sua carriera di sambernardista. Nel 1932 Emir morí (la sua ultima
cucciolata è del dicembre 1931) e nel 1933 Giavina cedette Rasko negli USA, dove avrebbe
largamente contribuito a migliorare la qualità dei cani di quel paese. Nel 1935 Giavina
ottenne l'ultimo exploit con

«
Apollo Rongang»,
il miglior figlio di Radesko, che
conquistò il campionato svizzero.
In quello stesso periodo era già attivissimo nel mondo del
San Bernardo l'olandese Albert De La Rie, una delle personalità «carismatiche» della razza,
Rasko v. d. Reppisch
|
che per piú di cinquant'anni avrebbe costituito il principale punto di riferimento per tutti
gli allevatori e gli appassionati del «gigante alpino». Allevatore fin dal 1916 nella nativa
Olanda con l'affisso «Siegfried's», si trasferí poi, per motiviprofessionali, in Svizzera dove
continuò la sua opera di allevatore, giudice e studioso della razza avendo l'opportunità di
vedere e giudicare i migliori cani e conoscere i più grandi allevatori del «periodo d'oro»,
primo fra tutti Giavina. Suoi «amori a prima vista» furono sicuramente
Emir Jura e poi Rasko
von der Reppisch. Di Emir ebbe una figlia, Siegfried's Alerta, che produsse poi il noto
Emir v. Jura (a sinistra) e suo figlio Rasko v. d. Reppisch
|
Siegfried's Dictator (nato nel 1931), considerato il miglior cane di De La Rie.
Un'altra cagna di De La Rie, Siegfried's Elfi (che derivava da una fusione del sangue
di Emir Jura con i «von Rigi» di Carl Steiner) fu ceduta all'allevatore Hermanni Lippert di
Berlino (titolare dell'affisso «von Hemphorn»). Questa cagna una prima volta fu
accoppiata con lo stesso Dictator (con risultati buoni ma non trascendentali), poi,
coperta dal campione tedesco Nelson von Falkenstein, generò il bellissimo
Lütjer von Hemphorn, uno dei massimi esponenti del vecchio tipo germanico.
Ad un certo punto De La Rie preferí cessare la sua attività di allevatore per continuare
ed anzi intensificare la sua opera di studioso e giudice della razza. Egli aveva una visione
prettamente internazionalistica dell'allevamento che gli consentiva un'ampiezza di vedute mai
Lütjer e Ines v. Hemphorn
|
riscontrata prima nel mondo del San Bernardo. Sfruttando le sue doti innate di intelligenza e
diplomazia, coadiuvato da notevole cultura e preparazione zootecnica, lavorò per anni
disinteressatamente al servizio della razza coronando, finalmente, nel 1967, il suo sogno
di una Unione Mondiale di tutti i clubs San Bernardo esistenti, della quale fu fondatore assieme
ad Antonio Morsiani, suo grande amico ed estimatore. La «summa» della sua vita per il San Bernardo
è racchiusa nel libro
The Saint Bernard Classic, sicuramente l'opera più importante mai scritta
sulla razza, pubblicata nel 1972, poco prima di morire.
Per tornare al «ventennio d'oro» va rilevato che anche altri grandi allevatori svizzeri poterono
toccare in quel periodo il vertice del loro programma di selezione con cani come il pelo corto
Bellisar von Rigi (Sieger nel '26 e nel '27) di Carl Steiner, Nero Deppeler (Sieger 1929/30),
Netti Deppeler (Siegerin 1930), Norma Deppeler (Siegerin 1929/31).
Quest'ultima cagna (figlia come Nero e Netti di Bellisar von Rigi e di Edith von Jura, sorella
di Emir) era di grande tipicità, con muso quadrato, ottimo labbro e impeccabile costruzione:
accoppiata con Casar von Rigi produsse la Siegerin del 1932/33 Horsa von Neuhof la quale,
dulcis in fundo, generò il celeberrimo Nestor von Rigi (di cm 88), capolavoro di Carl Steiner,
Sieger svizzero 1932/33 e campione mondiale a Francoforte nel 1935, considerato uno dei più
Meta von Lotten
|
bei pelo corto di tutti i tempi. La stessa Horsa Neuhof, sempre a Francoforte nel '35, ottenne
il titolo mondiale fra le femmine a pelo corto. Da notare che in quest'esposizione, la prima in
assoluto nella quale veniva messo in palio il titolo mondiale, i giudici erano Max Näther
(Germania) e l'ottantaduenne Dr. Kohler-Grütter (Svizzera) per i pelo corto e Ludwig Kasten
(Germania) e il Dr. W. Straumann (Svizzera) per i pelo lungo. La composizione della giuria
dimostra chiaramente come fossero stretti i rapporti fra Svizzera e Germania nel periodo d'oro
della razza (a tutto vantaggio, ovviamente, della migliore selezione).
Altri cani memorabili degli anni Trenta in Svizzera furono la pelo lungo
Meta von Lotten
(di Otto Steiner), Siegerin nel 1932, campionessa mondiale sempre a Francoforte nel 1935,
una delle migliori cagne di tutti i tempi per taglia, tipicità e distinzione. E ancora Marco
von Rigi, fratello di Nestor, di cui era leggermente più basso e più massiccio e, data l'enorme
testa e il larghissimo petto, appariva più imponente anche se non cosí nobile come il suo
compagno di scuderia. Marco fu venduto in Spagna per una cifra sufficiente a comprare un
appartamento di otto stanze nel centro di Madrid.
Mönch Michel Gutsch, uno dei migliori prodotti di Mannuss
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Jorg Gutsch (notare l'espressione sognante)
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Nestor von Rigi e Meta von Lotten (appartenenti alla «vecchia versione svizzera», oggi
estinta nel paese d'origine)
sono rimasti dei modelli insuperati e i moderni allevatori dovrebbero farne oggetto di studio,
purché l'inevitabile confronto con molti cani attuali non cagioni in loro frustrazioni e complessi.
Sempre in quel periodo anche l'allevamento «Gutsch» di Mannuss poteva vantare alcuni fuoriclasse
come il Sieger del '33 Uli von Berg und Thal (un pelo lungo con testa molto tipica e nobile),
suo figlio Bernd Gütsch e ottimi cani quali Sando Gütsch e il Sieger del '37 Ivo Gütsch. Mannuss
esportò in Germania parecchi soggetti il cui apporto genetico fu di grande importanza in quel paese.
Nel 1930 in Svizzera toccava l'apice della sua attività anche il canile «von der Lueg» di Ernst
Grossenbacher che, verso la fine di quel decennio, avrebbe prodotto il ben noto Camp. Elmar v. d.
Gerd v. d. Lueg
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Lueg. Quest'ultimo generò, fra gli altri,
Gerd v.d. Lueg che, venduto negli USA nel primissimo
dopoguerra, avrebbe collezionato un'incredibile serie di vittorie in esposizione rivelandosi anche
un ottimo razzatore.
Nel 1940 Antonio Morsiani iniziava la sua
attività vità di sambernardista che, dopo una ventina
d'anni, lo avrebbe portato a riproporre i modelli del periodo d'oro con la produzione di cani in
linea con quelli classici per tipicità, taglia, struttura e nobiltà. Questi cani rappresentano
l'unico esempio, nella storia della razza del dopoguerra, di «prolungamento nel tempo» dei
fuoriclasse del periodo d'oro di cui sono ormai gli unici diretti discendenti per tipo e per sangue.
Il primo cane di Antonio Morsiani fu infatti Emir v. d. Lueg (vedi foto a piè di pagina) (fratello di Elmar), che, sia da
parte di padre che da parte di madre aveva la linea di Apollo Rongang (nonno), Rasko von der
Reppisch (bisnonno) ed Emir Jura (trisnonno).
Come s'è detto il «periodo d'oro» del San Bernardo non fu soltanto un fenomeno svizzero,
bensí coinvolse quasi tutte le nazioni dove già da anni la razza si era diffusa, prima fra
tutte la Germania.
Le prime avvisaglie della «Golden Era» in quel paese si ebbero già nel 1922 con la nascita di
Bernd von Mitterfels che, oltre ad essere un cane di ottima tipicità, fu anche e soprattutto
eccellente razzatore. Nelle sapienti mani di Hans Glockner, accoppiato con Comtess von
Bernd v. Mitterfels
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Grossglockner, produsse il campione a pelo lungo Kavalier von Gross glockner (nato nel 1924),
una delle pietre miliari dell'allevamento germanico d'anteguerra. Kavalier aveva una testa di
estrema tipicità, con un muso di quadratura ideale che, nella sua faccia anteriore, formava il
tanto ricercato trapezio; eccezionali in questo soggetto erano anche il tartufo, largo e
angoloso, la canna nasale piatta e rettilinea e la perfetta convergenza degli assi con
stop (angolo seni-nasale) a 90°.
Sempre Bernd von Mitterfels, stavolta accoppiato con Franzi von Taubertal (di questo ben noto
affisso era titolare Hans Meyer di Norimber ga), generò la bellissima Leda von Taubertal
(nata nel 1925), una delle migliori femmine a pelo lungo dell'epoca.
Importantissimo fu poi
l'accoppiamento avvenuto nel 1927 fra Kavalier von Grossglockner e la stessa Leda von Taubertal (
che rappresentava un ritorno su Berod, padre di entrambi): da questa unione nacque il Camp.
Xenos von Taubertal (di cm 86), un altro dei grandi maschi a pelo lungo della vecchia versione
tedesca.
Un ennesimo prototipo di Glockner fu il pelo corto Camp. Wito von Grossglockner
(figlio di Kavalier). Di
Wito rimasero proverbiali l'ideale quadratura del muso, la perfetta
voluta labiale e l'espressione nobile.
Un altro grande soggetto fu il già citato Camp. Nelson von Falkenstein di cm SS (nato nel 1933).
Nelson fu senza dubbio un punto d'arrivo della selezione operata in Germania negli anni Trenta.
Era figlio di Mylord von Falkenstein (a sua volta figlio del grande Xenos von Taubertal) e di
ToJa-Gutsch (figlia dello splendido Sieger svizzero
Uli von Berg und Tal e della Siegerin Netti
Deppeler). Come si può vedere, quindi, Nelson aveva da parte di padre la linea di Kavalier von
Da sinistra: Uli v. Berg und Thal, Netti Deppeler, Sando Gutsch
|
Grossglockner e da parte di madre (attraverso
Netti Deppeler) la linea di Emir Jura.
Questi connubi Fra le linee elette del vecchio ceppo svizzero e del vecchio ceppo tedesco hanno
sempre prodotto eccezionali risultati: basti pensare al Camp. Mond. Zito del Soccorso che, nato
quasi cinquant'anni dopo Nelson von Falkenstein e frutto di analoga combinazione, ne sarà l'esatta
riproduzione. Nelson von Falkenstein fu venduto da Zilliger all'allevatore e giudice Kasten di
Amburgo che gli fece fare una grandissima carriera sia in esposizione che in allevamento.
Anche in Belgio fra il 1920 e il 1935 la più famosa allevatrice di quel paese, la duchessa
Donarière de Croy, ebbe modo di produrre alcuni cani eccezionali che, ancorché quasi totalmente
bianchi, sono rimasti nella storia per la grande tipicità e la mole inusitata. Si tratta del
Camp. Pancrace de la Solitude di cm 90 (che possedeva una testa da manuale e che Giavina volle
accoppiare con la sua Dora Belmont) e del Camp. Bonifacius de la Solitude (di cm 91) un modello
per tipo, costruzione e movimento.
Nel 1936 s'iscrisse al club tedesco quello che sarebbe ben presto diventato una pietra miliare
40 dell'allevamento in Europa e cioè Alois Schmid, titolare del celebre allevamento «von
Bismarckturm». Di Schmid riportiamo a parte un breve ricordo. I suoi cani per decenni hanno
rappresentato la perfetta visualizzazione del classico, vecchio tipo tedesco del periodo d'oro
della razza. Le loro caratteristiche basilari erano: teste di altissima tipicità, eccezionali
strutture ossee e massima taglia.
Verso il Quaranta egli entrò in possesso della cagna Dora von Tannenberg, allevata dal noto
giudice Hans Kunzmann e portatrice di sangue svizzero «von Lotten». Suo padre, Bob von Zwing-Uri,
infatti, era figlio di Mars von Lotten a sua volta figlio della bellissima Meta von Lotten
(nipote, come sappiamo, di Emir Jura).
Dora, in un primo tempo fu accoppiata con Zeno von Grossglockner, un altro nipote di Emir Jura,
con risultati non eclatanti. Successivamente, nel 1941, in piena guerra, Schmid riuscí a far
accoppiare la cagna col Reichsieger a pelo lungo Dieter von Norden (allevato da Georg Kasten
e di proprietà di Ludwig Deinzer di Monaco), un fuoriclasse nato nel 1936 da Ekkehard von
Marienthal (nipote di
Kavalier von Grossglockner e di
Xenos von Taubertal) e da Otti von
Falkenstein, una sorella di Nelson von Falkenstein.
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(Da sinistra): Xenos v. Taubertal, Wito v. Grossglockner, Kavalier v. Grossglockner
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Sia per comprensibili motivi genetici
che per le sue pregevoli caratteristiche morfologiche, Schmid considerava
Dieter un modello
da imitare e su di lui praticamente fondò i suoi sforzi d'allevatore.
Dieter von Norden
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Ed ebbe ragione perché dall'unione fra Dora e Dieter nacquero Banjo, Boto, Berna
e Betty von Bismarckturm, tutti eccezionali per tipicità e dimensioni.
Nel 1949 Schmid fece coprire Gisa, figlia di Berna, dal Camp. Elmo von
Stanfenbrunnen, figlio di Boto, ed ottenne cani memorabili come l'enorme Pascha von
Bismarckturm e la tipicissima Paula (entrambi Bundessieger e Paula anche campionessa d'Europa).
Olaf von Bismarckturm con Fortuna von Werdenfelds (una figlia di Fürst von Melina,
la cui «nobiltà» risaliva a Emir Jura) produsse l'eccezionale fattrice
Anita von Rauberhof, madre della più bella cucciolata del dopoguerra in Germania.
Un'altra importante combinazione fu quella fra Dieter von Bismarckturm e
Gudrun v. d. Ortsburgche generò nel '47 alcuni prototipi, fra cui Jagovon Bismarckturm.
Caratteristica di Dieter come stallone fu di trasmettere la grande taglia e il bianco brillante e
luminoso che aveva sempre piuttosto scarseggiato nella «vecchia versione germanica».