Storia dell'allevamento
La «Golden Era»
cisb


  Con la nascita del leggendario Emir von lura, avvenuta in Svizzera il 10 novembre 1922, aveva formalmente inizio il cosiddetto «periodo d'oro» o «Golden Era» del San Bernardo nell'Europa Continentale 920/1940).
  Essa fu il risultato di anni di collaborazione fra gli allevatori e gli studiosi della razza, principalmente svizzero-tedeschi, che si prefissero subito di raggiungere l'univocità sia sul piano della selezione che su quello del giudizio. E tutto ciò rende ancora più triste il fatto che oggi, in sede di Unione Mondiale, l'univocità in fase di giudizio critico non solo è carente, ma è andata completamente perdendosi per il campanilismo e per la generale mancanza di concrete basi cinotecniche e storiche di molti giudici e di chi dirige i vari clubs nazionali (a cominciare proprio dalla Svizzera).

Altona's Alf
Altona's Alf (all. Ludwing Kasten)
Marco e Nestor
Marco (a sinistra) e Nestor von Rigi

  I cani oggi prodotti in quei paesi sono lontani anni luce dalla straordinaria tipologia dei grandi campioni del periodo d'oro dai quali si discostano totalmente per taglia, potenza, nobiltà e corretto movimento. Sarebbe forse opportuno che in quegli stessi paesi gli attuali allevatori andassero a rivedersi i libri d'allevamento di 60/70 anni fa dei loro rispettivi clubs. Scoprirebbero che i cani allevati nei loro territori a quei tempi erano ben altro rispetto a quello che oggi certuni hanno ancora il coraggio di chiamare "San Bernardo".
  In parole povere le nuove versioni svizzera e tedesca non hanno più niente in comune con le rispettive vecchie interpretazioni del periodo d'oro essendo queste ultime totalmente estinte nei paesi d'origine.Immagini roll-over Le vecchie versioni svizzera e tedesca (a cui appartengono in pratica tutti i migliori cani nella storia della razza) sono oggi presenti esclusivamente nei cani del cosiddetto «tipo italiano» che ne rappresenta l'unico esempio di fusione e perpetuazione  nel  tempo.
  Per tornare al periodo d'oro e al suo capostipite, il celebre Camp. «Emir von Jura» (allevato da G. Lenenberger), considerato uno  dei  più  bei  San Bernardo  di  tutti i tempi, va notato  che  egli  fu  il prodotto degli sforzi congiunti di alcuni grandi  allevatori  del  tempo,  primo  fra  tutti  il Maggiore Fritz Blösch. Emir (nato nel 1922) era figlio di «Cuno von Jura» (nato nel 1920); questi, a sua volta, era figlio di «Fleck-Cardinaux (Fleck-Muri)» (nato nel giugno 1915), un soggetto di forte tipicità derivato dai cani dell'allevamento «von Biel» di Blösch. Il padre di Fleck, infatti, era Jung Athos von Biel (nato nell'aprile del 1909), figlio di Monch von Biel (nato nel gennaio 1906), nipote di Porthos von Biel (nato nell'aprile 1904) e infine pronipote di Jung Bob von Biel (nato nel settembredel 1900).
  Come sappiamo il Maggiore Blösch aveva inserito fin dagli inizi nel suo ceppo, attraverso King of Ashfort, il sangue inglese di fine Ottocento del gigante Plinlimmon, nell'intento di potenziare la mole e l'ossatura: egli aveva cosí potuto ottenere cani di eccellente tipicità con ottima taglia e struttura. A distanza di 7 generazioni fra Jung Bob von Biel (1900) ed Emir Jura (1922) questa spinta genetica era rimasta intatta e trovò proprio nel grandissimo Emir la sua sublimazione.
Gustave Giavina con Rasko
Gustave Giavina con Rasko
v. d. Reppisch

  Emir von Jura fu acquistato giovanissimo da quel «talent scout» di San Bernardo che fu Gustave Giavina di Berna, titolare dell'Allevamento «Belmont». Al di là della straordinaria tipicità di Emir  (la  sua  testa  rimane  tuttora  un  modello  da  imitare), Giavina  intuí  subito  che  il  cane  avrebbe  fatto  grandi  cose  anche  come  riproduttore.  Infatti  nel  dicembre  del  1927  Emir  produsse  un  altro  dei  prototipi  della  «Golden Era»  e cioè «Rasko von der Reppisch», (clicca sul nome per la foto) il quale avrebbe ben presto rivaleggiato col padre in tipicità. Straordinaria era in tutti e due l'espressione nobile (caratteristica peculiare di molti cani del periodo d'oro in Svizzera) e l'incisività della testa, con stop a 90°, bozze frontali ben sviluppate, ottimo cranio, canna nasale piatta e rettilinea, ottima quadratura di muso, buon labbro(particolarmente Emir) ed esemplari rapporti craniomuso. Buona era anche la taglia. Eccellenti in entrambi le ossature. Buono il movimento. Emir von Jura dominò a lungo la scena (fu Sieger svizzero nel 1925126127) ed ebbe modo di produrre, oltre a Rasko (a sua volta Sieger nel '31 e nel '32), una lunga schiera di campioni in tutt'Europa come il Campione «Nero von Emmenthal» (nato nel 1926) che fu venduto in Olanda dove ottenne ottimi risultati come riproduttore. Attorno al 1930 Giavina con i suoi Emir Jura, Rasko von der Reppisch, Dora, Gerd e Prinz Belmont poteva essere considerato all'apice della sua carriera di sambernardista. Nel 1932 Emir morí (la sua ultima cucciolata è del dicembre 1931) e nel 1933 Giavina cedette Rasko negli USA, dove avrebbe largamente contribuito a migliorare la qualità dei cani di quel paese. Nel 1935 Giavina ottenne l'ultimo exploit con Immagini roll-over «Apollo Rongang», il miglior figlio di Radesko, che conquistò il campionato svizzero.
  In quello stesso periodo era già attivissimo nel mondo del San Bernardo l'olandese Albert De La Rie, una delle personalità «carismatiche» della razza,

Rasko
Rasko v. d. Reppisch
che per piú di cinquant'anni avrebbe costituito il principale punto di riferimento per tutti gli allevatori e gli appassionati del «gigante alpino». Allevatore fin dal 1916 nella nativa Olanda con l'affisso «Siegfried's», si trasferí poi, per motiviprofessionali, in Svizzera dove continuò la sua opera di allevatore, giudice e studioso della razza avendo l'opportunità di vedere e giudicare i migliori cani e conoscere i più grandi allevatori del «periodo d'oro», primo fra tutti Giavina. Suoi «amori a prima vista» furono sicuramente Emir Jura e poi Rasko von der Reppisch. Di Emir ebbe una figlia, Siegfried's Alerta, che produsse poi il noto

Emir e Rasko
Emir  v. Jura (a sinistra)
e suo figlio Rasko v. d. Reppisch
Siegfried's Dictator (nato nel 1931), considerato il miglior cane di De La Rie. Un'altra cagna di De La Rie, Siegfried's Elfi (che derivava da una fusione del sangue di Emir Jura con i «von Rigi» di Carl Steiner) fu ceduta all'allevatore Hermanni Lippert di Berlino (titolare dell'affisso «von Hemphorn»). Questa cagna una prima volta fu accoppiata con lo stesso Dictator (con risultati buoni ma non trascendentali), poi, coperta dal campione tedesco Nelson von Falkenstein, generò il bellissimo Lütjer von Hemphorn, uno dei massimi esponenti del vecchio tipo germanico.
  Ad un certo punto De La Rie preferí cessare la sua attività di allevatore per continuare ed anzi intensificare la sua opera di studioso e giudice della razza. Egli aveva una visione prettamente internazionalistica dell'allevamento che gli consentiva un'ampiezza di vedute mai

Lütjer e Ines
Lütjer e Ines v. Hemphorn
riscontrata prima nel mondo del San Bernardo. Sfruttando le sue doti innate di intelligenza e diplomazia, coadiuvato da notevole cultura e preparazione zootecnica, lavorò per anni disinteressatamente al servizio della razza coronando, finalmente, nel 1967, il suo sogno di una Unione Mondiale di tutti i clubs San Bernardo esistenti, della quale fu fondatore assieme ad Antonio Morsiani, suo grande amico ed estimatore. La «summa» della sua vita per il San Bernardo è racchiusa nel libro The Saint Bernard Classic, sicuramente l'opera più importante mai scritta sulla razza, pubblicata nel 1972, poco prima di morire.
  Per tornare al «ventennio d'oro» va rilevato che anche altri grandi allevatori svizzeri poterono toccare in quel periodo il vertice del loro programma di selezione con cani come il pelo corto Bellisar von Rigi (Sieger nel '26 e nel '27) di Carl Steiner, Nero Deppeler (Sieger 1929/30), Netti Deppeler (Siegerin 1930), Norma Deppeler (Siegerin 1929/31). Quest'ultima cagna (figlia come Nero e Netti di Bellisar von Rigi e di Edith von Jura, sorella di Emir) era di grande tipicità, con muso quadrato, ottimo labbro e impeccabile costruzione: accoppiata con Casar von Rigi produsse la Siegerin del 1932/33 Horsa von Neuhof la quale, dulcis in fundo, generò il celeberrimo Nestor von Rigi (di cm 88), capolavoro di Carl Steiner, Sieger svizzero 1932/33 e campione mondiale a Francoforte nel 1935, considerato uno dei più

Meta
Meta von Lotten
bei pelo corto di tutti i tempi. La stessa Horsa Neuhof, sempre a Francoforte nel '35, ottenne il titolo mondiale fra le femmine a pelo corto. Da notare che in quest'esposizione, la prima in assoluto nella quale veniva messo in palio il titolo mondiale, i giudici erano Max Näther (Germania) e l'ottantaduenne Dr. Kohler-Grütter (Svizzera) per i pelo corto e Ludwig Kasten (Germania) e il Dr. W. Straumann (Svizzera) per i pelo lungo. La composizione della giuria dimostra chiaramente come fossero stretti i rapporti fra Svizzera e Germania nel periodo d'oro della razza (a tutto vantaggio, ovviamente, della migliore selezione).
  Altri cani memorabili degli anni Trenta in Svizzera furono la pelo lungo Meta von Lotten (di Otto Steiner), Siegerin nel 1932, campionessa mondiale sempre a Francoforte nel 1935, una delle migliori cagne di tutti i tempi per taglia, tipicità e distinzione. E ancora Marco von Rigi, fratello di Nestor, di cui era leggermente più basso e più massiccio e, data l'enorme testa e il larghissimo petto, appariva più imponente anche se non cosí nobile come il suo compagno di scuderia. Marco fu venduto in Spagna per una cifra sufficiente a comprare un appartamento di otto stanze nel centro di Madrid.

Mönch
Mönch Michel Gutsch,
uno dei migliori prodotti di Mannuss

Jorg
Jorg Gutsch
(notare l'espressione sognante)

  Nestor von Rigi e Meta von Lotten (appartenenti alla «vecchia versione svizzera», oggi estinta nel paese d'origine) sono rimasti dei modelli insuperati e i moderni allevatori dovrebbero farne oggetto di studio, purché l'inevitabile confronto con molti cani attuali non cagioni in loro frustrazioni e complessi.
  Sempre in quel periodo anche l'allevamento «Gutsch» di Mannuss poteva vantare alcuni fuoriclasse come il Sieger del '33 Uli von Berg und Thal (un pelo lungo con testa molto tipica e nobile), suo figlio Bernd Gütsch e ottimi cani quali Sando Gütsch e il Sieger del '37 Ivo Gütsch. Mannuss esportò in Germania parecchi soggetti il cui apporto genetico fu di grande importanza in quel paese.
  Nel 1930 in Svizzera toccava l'apice della sua attività anche il canile «von der Lueg» di Ernst Grossenbacher che, verso la fine di quel decennio, avrebbe  prodotto  il  ben  noto  Camp.  Elmar v. d.
Gerd
Gerd v. d. Lueg
 Lueg.  Quest'ultimo  generò,  fra  gli  altri, Gerd v.d. Lueg che, venduto negli USA nel primissimo dopoguerra, avrebbe collezionato un'incredibile serie di vittorie in esposizione rivelandosi anche un ottimo razzatore.
  Nel 1940 Antonio Morsiani iniziava la sua attività vità di sambernardista che, dopo una ventina d'anni, lo avrebbe portato a riproporre i modelli del periodo d'oro con la produzione di cani in linea con quelli classici per tipicità, taglia, struttura e nobiltà. Questi cani rappresentano l'unico esempio, nella storia della razza del dopoguerra, di «prolungamento nel tempo» dei fuoriclasse del periodo d'oro di cui sono ormai gli unici diretti discendenti per tipo e per sangue.
  Il primo cane di Antonio Morsiani fu infatti Emir v. d. Lueg (vedi foto a piè di pagina) (fratello di Elmar), che, sia da parte di padre che da parte di madre aveva la linea di Apollo Rongang (nonno), Rasko von der Reppisch (bisnonno) ed Emir Jura (trisnonno). Come s'è detto il «periodo d'oro» del San Bernardo non fu soltanto un fenomeno svizzero, bensí coinvolse quasi tutte le nazioni dove già da anni la razza si era diffusa, prima fra tutte la Germania.
  Le prime avvisaglie della «Golden Era» in quel paese si ebbero già nel 1922 con la nascita di Bernd von Mitterfels che, oltre ad essere un cane di ottima tipicità, fu anche e soprattutto eccellente razzatore. Nelle sapienti mani di Hans Glockner, accoppiato con Comtess von

Bernd
Bernd v. Mitterfels
Grossglockner, produsse il campione a pelo lungo Kavalier von Gross glockner (nato nel 1924), una delle pietre miliari dell'allevamento germanico d'anteguerra. Kavalier aveva una testa di estrema tipicità, con un muso di quadratura ideale che, nella sua faccia anteriore, formava il tanto ricercato trapezio; eccezionali in questo soggetto erano anche il tartufo, largo e angoloso, la canna nasale piatta e rettilinea e la perfetta convergenza degli assi con stop (angolo seni-nasale) a 90°.
  Sempre Bernd von Mitterfels, stavolta accoppiato con Franzi von Taubertal (di questo ben noto affisso era titolare Hans Meyer di Norimber ga), generò la bellissima Leda von Taubertal (nata nel 1925), una delle migliori femmine a pelo lungo dell'epoca.
  Importantissimo fu poi l'accoppiamento avvenuto nel 1927 fra Kavalier von Grossglockner e la stessa Leda von Taubertal ( che rappresentava un ritorno su Berod, padre di entrambi): da questa unione nacque il Camp. Xenos von Taubertal (di cm 86), un altro dei grandi maschi a pelo lungo della vecchia versione tedesca.
  Un ennesimo prototipo di Glockner fu il pelo corto Camp. Wito von Grossglockner (figlio di Kavalier). Di  Wito rimasero proverbiali l'ideale quadratura del muso, la perfetta voluta labiale e l'espressione nobile.
  Un altro grande soggetto fu il già citato Camp. Nelson von Falkenstein di cm SS (nato nel 1933). Nelson fu senza dubbio un punto d'arrivo della selezione operata in Germania negli anni Trenta. Era figlio di Mylord von Falkenstein (a sua volta figlio del grande Xenos von Taubertal) e di ToJa-Gutsch (figlia dello splendido Sieger svizzero Uli von Berg und Tal e della Siegerin Netti Deppeler). Come si può vedere, quindi, Nelson aveva da parte di padre la linea di Kavalier von

Uli, Netti e Sando
Da sinistra: Uli v. Berg und Thal, Netti Deppeler, Sando Gutsch
Grossglockner e da parte di madre (attraverso Netti Deppeler) la linea di Emir Jura.
  Questi connubi Fra le linee elette del vecchio ceppo svizzero e del vecchio ceppo tedesco hanno sempre prodotto eccezionali risultati: basti pensare al Camp. Mond. Zito del Soccorso che, nato quasi cinquant'anni dopo Nelson von Falkenstein e frutto di analoga combinazione, ne sarà l'esatta riproduzione. Nelson von Falkenstein fu venduto da Zilliger all'allevatore e giudice Kasten di Amburgo che gli fece fare una grandissima carriera sia in esposizione che in allevamento.
  Anche in Belgio fra il 1920 e il 1935 la più famosa allevatrice di quel paese, la duchessa Donarière de Croy, ebbe modo di produrre alcuni cani eccezionali che, ancorché quasi totalmente bianchi, sono rimasti nella storia per la grande tipicità e la mole inusitata. Si tratta del Camp. Pancrace de la Solitude di cm 90 (che possedeva una testa da manuale e che Giavina volle accoppiare con la sua Dora Belmont) e del Camp. Bonifacius de la Solitude (di cm 91) un modello per tipo, costruzione e movimento.
  Nel 1936 s'iscrisse al club tedesco quello che sarebbe ben presto diventato una pietra miliare 40 dell'allevamento in Europa e cioè Alois Schmid, titolare del celebre allevamento «von Bismarckturm». Di Schmid riportiamo a parte un breve ricordo. I suoi cani per decenni hanno rappresentato la perfetta visualizzazione del classico, vecchio tipo tedesco del periodo d'oro della razza. Le loro caratteristiche basilari erano: teste di altissima tipicità, eccezionali strutture ossee e massima taglia.
  Verso il Quaranta egli entrò in possesso della cagna Dora von Tannenberg, allevata dal noto giudice Hans Kunzmann e portatrice di sangue svizzero «von Lotten». Suo padre, Bob von Zwing-Uri, infatti, era figlio di Mars von Lotten a sua volta figlio della bellissima Meta von Lotten (nipote, come sappiamo, di Emir Jura).
  Dora, in un primo tempo fu accoppiata con Zeno von Grossglockner, un altro nipote di Emir Jura, con risultati non eclatanti. Successivamente, nel 1941, in piena guerra, Schmid riuscí a far accoppiare la cagna col Reichsieger a pelo lungo Dieter von Norden (allevato da Georg Kasten e di proprietà di Ludwig Deinzer di Monaco), un fuoriclasse nato nel 1936 da Ekkehard von Marienthal (nipote di Kavalier von Grossglockner e di Xenos von Taubertal) e da Otti von Falkenstein, una sorella di Nelson von Falkenstein.
Xenos, Wito e Kavalier
(Da sinistra): Xenos  v. Taubertal, Wito  v. Grossglockner, Kavalier  v. Grossglockner

  Sia per comprensibili motivi genetici che per le sue pregevoli caratteristiche morfologiche, Schmid considerava Dieter un modello da imitare e su di lui praticamente fondò i suoi sforzi d'allevatore.
Dieter
Dieter  von Norden

Ed ebbe ragione perché dall'unione fra Dora e Dieter nacquero Banjo, Boto, Berna e Betty von Bismarckturm, tutti eccezionali per tipicità e dimensioni.
  Nel 1949 Schmid fece coprire Gisa, figlia di Berna, dal Camp. Elmo von Stanfenbrunnen, figlio di Boto, ed ottenne cani memorabili come l'enorme Pascha von Bismarckturm e la tipicissima Paula (entrambi Bundessieger e Paula anche campionessa d'Europa).
  Olaf von Bismarckturm con Fortuna von Werdenfelds (una figlia di Fürst von Melina, la cui «nobiltà» risaliva a Emir Jura) produsse l'eccezionale fattrice Anita von Rauberhof, madre della più bella cucciolata del dopoguerra in Germania.
  Un'altra importante combinazione fu quella fra Dieter von Bismarckturm e Gudrun v. d. Ortsburgche generò nel '47 alcuni prototipi, fra cui Jagovon Bismarckturm. Caratteristica di Dieter come stallone fu di trasmettere la grande taglia e il bianco brillante e luminoso che aveva sempre piuttosto scarseggiato nella «vecchia versione germanica».

Leda
Leda v. Taubertal
Nelson
Nelson von Falkenstein

  Anita von Rauberhof (figlia di Olaf) fu coperta nel 1957 da Cuno v. d. Reinhard, figlio del Camp. Elmo von Staufenbrunnen e di Hera von Bismarckturm (a sua volta figlia di Dieter von Bismarckturm). Ne vennero fuori tre supercampioni che rappresentano la sintesi e l'apice della stirpe di Bismarckturm: Sando, Sonia e Susie che a loro volta contribuirono a produrre altri campioni.

Tre soggetti della linea Bismarckturm
Tre soggetti della linea Bismarckturm (il primo da sin. è Elmo v. Staufenbrunnen)

  Sando, il più classico rappresentante della «vecchia versione tedesca» e capolavoro di Alois Schmid, fu un autentico fuoriclasse per morfologia, mole (toccava i 90 cm e pesava attorno al quintale) e ossatura.

Sando
Sando v. Bismarckturm
Sando

  Il suo tipo di testa, che moltissimi allevatori si sono sforzati di ottenere senza riuscirci, era la perfetta interpretazione della classica versione germanica in cui massimi «supporters» nel corso del tempo furono Näther, Glockner, Hans Meyer, Zilliger, Ludwig e Georg Kasten e, naturalmente, Alois Schmid.
  Sonia acquistata dal grande giudice e studioso
Pancrace
Pancrace de la Solitude
(da De La rie)

della razza Georg Kasten per il suo rinomato allevamento «von Norden», non solo divenne una vincitrice, ma produsse assai bene. La splendida campionessa
Norma
Norma v. Norden
Norma von Norden, una delle migliori cagne a pelo lungo del dopoguerra, era sua nipote. Ancor oggi, quando si voglia alludere al «tipo Bismarckturm», si pensa automaticamente alla irripetibile cucciolata di Sando, Sonia e Susie la cui forza genetica purtroppo oggi s'è spenta in Germania, ma sopravvive in Italia, entratavi all'inizio degli anni Sessanta attraverso Arco von Helenenhof, figlio di Sando von Bismarckturm. Il Camp. Mondiale Jago del Soccorso (di cm 91 e kg 108) era nipote di Arco.
  Un altro ottimo accoppiamento effettuato da Schmid fu quello fra BanJo von Feldschlössel (figlio di Isor von Muldenstrand, portatore del sangue del
Zenta
Zenta von Bismarckturm
già citato Lütjer von Hemphorn) e ancora Anita von Rauberhof. Questa combinazione diede una prima volta Ursi von Bismarckturm (madre della grande campionessa a pelo corto Zenta von Bismarckturm
Valdo
Valdo von Bismarckturm
e del Camp. Zeno von Bismarckturm) e una seconda volta il razzatore Valdo von Bismarckturm che avrebbe prodotto cani eccezionali proprio in Italia, quali la Camp. A1ma del Soccorso e suo fratello Andor (di 90 cm). Altri campioni noti di Schmid furono Anita von Bismarckturm, figlia di Zenta, poi Brando von Bismarckturm (di cm 90) e sua sorella Berna, entrambi frutto di un accoppiamento fortemente voluto da Alois Schmid e da Antonio Morsiani fra il grande Campione Anton von Höfli e la stessa Camp. Zenta von Bismarckturm.
Brando
Brando von Bismarckturm a 2 mesi,
notare l'ossatura

  Ci siamo soffermati sulla figura di Alois Schmid non solo per gli straordinari cani da lui prodotti ma anche perché i suoi metodi selettivi hanno costituito (e costituiscono tuttora) un esempio per tutti. I grandi cani prodotti in Italia da Antonio Morsiani a partire dall'inizio degli anni Sessanta riallacciano le loro linee di sangue, oltre ai prototipi svizzeri d'anteguerra, anche al pregiato ceppo dei Bismarckturm.
  Va inoltre ricordato che il livello del San Bernardo europeo sarebbe oggi infimo, anzi non ci sarebbe neppure un livello, perché la razza si sarebbe disgregata com'è accaduto al Perro da Presa, al Broholmer e in parte al Mastiff inglese, se uomini come Schmid, durante la catastrofe della guerra, non avessero sottratto alla distruzione, a prezzo di inumani sacrifici, i più preziosi riproduttori.
  Se il grande Sieger Sando von Bismarckturm (nato nel 1957) può essere definito l'ultimo (e forse il più importante) dei rappresentanti la «vecchia versione tedesca» (oggi estinta in
Castor
Castor von Leberberg
Tyras
Tyras von Hänialthaus
Germania), lo stesso si può affermare anche per il grande Camp. Anton von Höfli (nato in Svizzera nel 1960), discendente diretto dei prototipi elvetici d'anteguerra dei quali riproduceva in sommo grado massima tipicità, nobiltà, classe, mole e attitudine al movimento. Unanimemente considerato uno dei più bei San Bernardo a pelo lungo di tutti i tempi, fu «scoperto» e valorizzato ancora giovanissimo da Antonio Morsiani che, dopo averlo acquistato, lo fece conoscere in tutto il mondo per la sua imbattibilità in esposizione e la grande importanza in allevamento. Anton, che misurava 86 cm al garrese e pesava attorno ai 100kg, era figlio del Sieger a pelo
Anton
Anton von Höfli, osservare l'espressione nobile e severa
corto Bruno von Leberberg (l'affisso «von Leberberg» di Fritz Hürzeler sarà uno dei migliori in Svizzera nel dopoguerra) e di Cita von Rigihang. Bruno von Leberberg era un figlio (come l'altro Sieger a pelo corto di quegli anni Castor von Leberberg) del razzatore svizzero degli anni cinquanta Tyras von Hänialthaus, figlio a sua volta di Irma von der Lueg (discendente in linea retta di Emir Jura). Tyras, che era un cane di notevole statura (cm 90) ed ossatura, fu uno stallone assai importante nel secondo dopoguerra perché consentí al sangue dei prototipi svizzeri della «Golden Era» di sopravvivere miracolosamente intatto fino ad Anton von Höfli.
  Dopo Anton, infatti, in Svizzera è iniziato per il San Bernardo un progressivo ritorno verso i cani del periodo antecedente la «Golden Era», questo ci spiega perché gli attuali cani svizzeri siano meno tipicizzati e più leggeri dei grandi prototipi del passato prodotti in quello stesso paese.
  Antonio Morsiani, avendo avuto la possibilità di recuperare e riutilizzare, dopo anni di studio e di ricerca, le linee di sangue privilegiate del «vecchio tipo svizzero» (soprattutto tramite Anton von Höfli) e del «vecchio tipo tedesco» (tramite Sando von Bismarckturm), a partire dagli anni Sessanta riuscì a riprodurre in Italia la tipologia del periodo d'oro tedesco e soprattutto svizzero.


   Albert De La Rie con l'Autore e Anton   
   Albert De La Rie con l'Autore e Anton v. Höfli   
Anton    
Il grande Anton v. Höfli   
(nato nel 1960), ultimo rappresentante   
della "Golden Era"   
 
Aiax v. Bürgenstock,
un figlio di Castor v. Leberberg



Adda v.
Lippingau,
una tipica cagna della vecchia versione
germanica
 
Anton von Höfli a Bagnara di Romagna
  

  Frutto di quella selezione è la versione italiana del San Bernardo, erede diretta della tradizione svizzero-tedesca della «Golden Era», rappresenta a nostro parere , la più classica e moderna interpretazione dello standard.

Ernst e Alma
Ernst Grossenbacher con Alma Dal Montalcino (a sinistra)
figlia di Apollo Rougang: fra i cuccioli il primo a sinistra è Emir v.d. Lueg
(acquistato da Antonio Morsiani nel 1940), il penultimo a destra è Elmar v.d. Lueg


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In ricordo di un grande allevatore: ALOIS SCHMID ALOIS SCHMID

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